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mercoledì 3 aprile 2013

Donne che corrono coi lupi

  La città era imbiancata dalla neve, o meglio, impantanata in una melma gelida e scivolosa, dove il fango aveva offeso ogni candore.
  Mi stringevo più forte al mio paletot. Lacrime e ghiaccio avevano rallentato i miei battiti e ormai tutto per me sembrava dormire sotto una coltre gelida, impenetrabile a qualsivoglia calore primaverile, che prima o poi avrebbe bussato alla mia porta.
  La primavera era morta. 
  per sempre.

  A quel funerale non era venuto nessuno. 

  Unica testimone di me stessa, piangevo e la temperatura feroce disperdeva le mie lacrime in un vuoto gelido, impedendo loro di farsi goccia e discendere le colline e  le vallate del mio volto, per poi  precipitare giù a baciar la terra ed essere accolta nel suo caldo ventre di madre.

  Fu una sera di dicembre, prima delle cinque o forse dopo, che feci un fortunato incontro. L'unico dopo troppo tempo. Una donna dagli occhi sapienti e intensi come la notte. Mi sembrò di conoscerla da sempre, che esistesse da sempre. Non aveva bisogno di parole per leggermi dentro. Mi diede una "medicina", così disse lei e se ne andò via, lasciandomi un pacchetto fra le mani.

  La lunga strada che portava alla Barriera mi sembrò meno lunga. Iniziai a scorgere le luci fioche dei lampioni. Aprii il pacchetto e incontrai Clarissa Pinkola Estés, il suo libro, tradotto per le donne di tutti i Paesi del mondo, di tutte le età. 
  La donna aveva ragione. Non era un semplice libro, ma una medicina. Così continuo a leggerlo, anche oggi, al bisogno e a regalarlo, perché per ognuna di noi la strada non sia più troppo lunga, né troppo buia.


Attraverso un prezioso recupero etno-antropologico della tradizione orale di diversi Paesi e alla reinterpretazione in chiave junghiana di miti e fiabe di un vasto territorio geografico, dal Giappone alle Ande, Clarissa Pinkola Estés, restituisce in Donne che corrono coi lupi, la sapienza di una cultura popolare che conosce le proprie trappole e le insidie lungo il cammino della vita di donne annichilite da convenzioni sociali, meccanismi insani e misogini. Come la lupa, ferina e materna al contempo, la Donna Selvaggia è la parte istintuale  e creatrice dell'animo femminile, che spinge a liberarsi da stereotipi e paure che la incatenano ad un'esistenza lontana dai propri bisogni autentici.
Un viaggio nel mondo delle fiabe, alla ricerca della propria anima, della propria voce, per ricongiungersi alla Donna Selvaggia che è in ognuna di noi.

Clarissa Pinkola Estés è insegnante e analista. Ha diretto il C.G. Jung Center di Denver e ha conseguito il dottorato in etno-antropologia e in psicologia clinica. I suoi testi più importanti sono raccolti nel volume Storie di donne selvagge, edito in Italia da Frassinelli.


Tutti i diritti riservati. Copyright Liberi Libri www.librilibri.blogspot.com 

2 commenti:

  1. Questo é un libro che non puoi dire di averlo.finito di leggere perché, gira e rigira lo vai a spulciare per trovarvi una risposta o un consiglio.

    Tresy

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  2. Sono pienamente d'accordo! Lo tengo anch'io a portata di mano! :)

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