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mercoledì 24 aprile 2013

Il manoscritto ritrovato ad Accra

  Gerusalemme, anno del Signore 1099. La città Santa delle tre religioni si prepara all'invasione dei crociati. Tutto pare sospeso, come la calma apparente che annuncia la tempesta.
  E in questo tempo infinito, in bilico tra l'oggi e il timore del domani, il Copto raduna le folle di musulmani, cristiani ed ebrei nella piazza dove Gesù fu processato da Pilato.
  Quelle del Copto sono parole d'amore, che parlano le lingue di tutte le religioni e di tutti i popoli della terra. Il pregio di Coelho è quello di convogliare l'attenzione del lettore sui temi principali che riguardano il vivere, l'agire e il sentire dell'essere umano, per spogliarlo dell'assurda convinzione che in fondo al cuore dell'uomo esistano differenze geografiche o linguistiche.
  Carico della poesia di Gibran Khalil Gibran e del suo Profeta, di cui il Copto è un chiaro riferimento letterario, non riesce, però, a saziare la sete del lettore che ad ogni pagina spera di incontrare nuovamente la spigliatezza e l'intensità magica e sacrale de L'Alchimista, ma rimane uno splendido invito a credere nella bellezza della Vita e dell'Amore, in qualunque momento di crisi della storia umana.

2 commenti:

  1. Bellissimo. Una storia d`amore per l'umanità.

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  2. Sì, Paolo Coelho è sempre ricco di contenuti! Grazie per l'apprezzamento.

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